• Che cos’è il v-commerce, il futuro dei negozi online di moda

    (Foto: Tela Blu)

    Con l’avvento di internet e dell’ecommerce le nostre abitudini di consumo sono cambiate. E di conseguenza sono cambiate le strategie di piccole e grandi aziende per raggiungere e fidelizzare i propri clienti. Secondo gli ultimi dati Istat sul settore del commercio, nell’ultimo anno sono calate ancora le vendite al dettaglio (sia nella grande distribuzione sia nei piccoli negozi), mentre continua a crescere l’e-commerce: + 2,4%. Uno dei settori maggiormente interessati è quello dell’abbigliamento. Secondo l’ultimo osservatorio ecommerce b2c del Politecnico di Milano, gli acquisti online nell’abbigliamento (capi di vestiario, scarpe e accessori) l’anno scorso sono cresciuti del 28% e hanno raggiunto 2,5 miliardi di euro.

    “Dal 2008 in avanti il settore dell’abbigliamento ha vissuto una fase di drastica evoluzione, con l’entrata dei brand del fast fashion, l’apertura ai mercati esteri e la crisi economica”, spiega a Wired Edoardo Danna, amministratore delegato di Tela Blu. La startup di Torino si occupa di vendere online abbigliamento da uomo. “Negli ultimi tempi c’è stato un ritorno all’attenzione sulla qualità i consumatori si sono stancati di comprare capi usa e getta rimanendo comunque attenti alla variabile prezzo”, prosegue Danna. La soluzione? Applicare il modello direct-to-customer.

    Tela Blu basa il suo business su questa strategia. In cosa consiste la strategia del direct-to consumer? In pratica, il marchio stesso gestisce i rapporti con i clienti online, senza intermediari, avendo il pieno controllo dell’approvvigionamento dei materiali.

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     “Eliminando parte della filiera distributiva tradizionale, i nuovi brand emergenti possono così fare a meno dei cosiddetti mark-up (ossia, il “ricarico di prezzo” sul prodotto, ndr) della distribuzione e riescono a offrire prodotti di qualità a prezzi accessibili“, prosegue l’ad. E non c’è neanche la necessità di dotarsi, sin da subito, di una solida rete distributiva off line. In questo modo le aziende, che ancora non hanno alle spalle dei fatturati milionari, hanno la possibilità e il tempo per crescere, sfruttando il commercio online.

    (Foto: Tela Blu)

    “Il futuro del retail online si svilupperà in due forme“, precisa Danna. Da un lato “gli e-commerce multi marca, come Yoox o Amazon”, dall’altro, “i v-commerce che distribuiscono i loro prodotti direttamente al cliente finale”. Il primo rappresenta un nuovo modo di intendere lo shopping tradizionale, trasferito sul web. Quello che noi tutti conosciamo. Il secondo invece, secondo Danna, rappresenta la vera novità. “I v-commerce non sono degli intermediari, ma il brand stesso che, distribuendo solo ed esclusivamente al cliente finale, gli permette di risparmiare sul prezzo finale e di vivere una customer experience forte anche via web”.

    Si stima che la vendita direct-to-consumer possa raggiungere un valore vicino ai 16 miliardi di dollari entro il 2020. “Oggi si fa riferimento a questa tipologia di business come ecommerce 2.0: il futuro degli ecommerce retail”, racconta l’ad di Tela Blu.

    Ma attenzione: il commercio online segue delle regole ben precise. Una strategia di vendita per il web dunque non sarebbe completa, se non fosse accompagnata da un’esperienza d’acquisto unica e un coinvolgimento dell’utente anche attraverso i social media. Perché, come sostiene il fondatore di Tela Blu, “comprare un capo d’abbigliamento è un’esperienza da vivere per intero. Dalla scelta iniziale fino a quando lo si riceve a casa, ogni passaggio è importante”.

    Non sono molti in Italia, ad oggi, i brand verticali nativi digitali operanti nel settore dell’abbigliamento e, in pochi mesi dal suo debutto Tela Blu è riuscita a costruire una community importante. Sono circa 30 ila i visitatori ogni mese. Un dato che si prevede di triplicare entro la fine del 2018.

    Quali saranno i prossimi passi? “Il percorso di entrata sul mercato inizia in un primo momento sul web per poi ampliarsi anche nelle vie del centro attraverso negozi di proprietà”, racconta Danna. In questo modo i clienti potranno conoscere il brand da vicino e toccare con mano i nuovi arrivi. A medio termine però, l’obiettivo è affacciarsi sui mercati esteri. “Una volta consolidata la crescita in Italia abbiamo intenzione di espanderci in Europa – conclude -. Ci aspettiamo di essere presenti e avviati in tre Paesi europei nei primi cinque anni dalla nostra partenza”.


    Fonte: WIRED.it
 
 

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